Gazzetta dello Sport.
Riva e il Cagliari, che avventura!
Di Francesco Velluzzi.
Prima di diventare giornalista sportivo alla redazione de "La Nuova Sardegna", a Cagliari, Nanni Boi è stato raccattapalle e giocatore del Cagliari. Nel '75, lui classe 1961, fu inserito in lista per una partita della squadra del cuore. In campo c'era Gigi Riva, più che il mito, una delle sue ragioni di vita. Il lavoro di Boi è innanzitutto il racconto della cavalcata rossoblù verso lo scudetto, "Il riscatto di un'intera regione" condito dalle imprese di quello che, non solo per Boi, è stato il più grande attaccante italiano di sempre.
Date e cifre (anche di tanti giocatori delle squadre della stagione 1969-70) che per l'autore sono sempre state una piacevole ossessione, ti fanno reimmergere in un campionato unico. In mezzo ci sono i racconti di chi ha vissuto e condiviso con Riva gioie e dolori e le testimonianze di grandi personaggi dello sport, della cultura, della politica e dello spettacolo che hanno idolatrato la bandiera del Cagliari. Tra i tanti racconti uno è particolarmente curioso: quello di Graziano Mesina, il superbandito sardo, evaso nove volte dal carcere: andava allo stadio di nascosto e gli scriveva lettere.
La vita di Riva, personaggio schivo e autentico, è ricordata nei racconti della sorella, in quello del giornalista Lamberto Artioli, in quello del massaggiatore Domenico Duri, scomparso prima che questo libro andasse in stampa, e nelle parole dello stesso campione che di una sola cosa è sempre andato fiero, a fronte della sua immensa popolarità: "L'aver fatto qualcosa per gli emigrati". Quando Riva racconta i compagni del trionfo, ha parole di elogio per tutti, quando a rriva a parlare di sé, dice: "Non mi sembra il caso di citarmi, non lo faccio neanche con i miei figli".
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