L'intervista a Gigi Riva

di Nanni Boi

Gigi, cominciamo dalla lotta scudetto: il tuo vecchio cuore interista sta battendo forte quest'anno?
«Sicuramente anche per solidarietà con Moratti, visti tutti i miliardi che ha speso. E poi per gli anni che l'Inter non vince lo scudetto, ormai sono tanti. Sì, potrebbe essere l'anno buono.»
Aggiungiamo anche per un altro motivo che ti riguarda: quel provino che avresti dovuto fare per l?Inter quand?eri ragazzino al campo Redaelli.
«Già, credo che fosse il 1960. Mi convocarono ma a me quella cartolina non giunse mai perchè me la sequestrarono. Quindi quel provino non lo feci mai».
Un motivo in più per cui la Sardegna dovrebbe fare un monumento a mamma Edis che occultò la missiva. Se l'Inter ti avesse preso, niente Cagliari e niente scudetto. Anche se tu magari ne avresti vinto una decina.
«Meglio così, no?».
Da una vita ci si chiede: dove va il calcio? In un vecchio filmato televisivo trasmesso di recente a "Fuori orario" se lo chiedeva il mitico presidente Mazza della Spal: era il 1964. Sono passati quasi quarant'anni e gli sprechi del pallone continuano a rifilare schiaffi alla gente comune.
«Purtroppo questi problemi delle esposizioni finanziarie sono sempre esistiti. D'altronde, quando le società che possono spendere 5 arrivano a spendere 30, è inevitabile che si accumulino tutti questi debiti. Ora non so come andrà a finire, certo che una ridimensionata dovranno darsela un po' tutti. Anzi, se la stanno già dando perchè come vedi anche le tivù non possono più permettersi di spendere tanto per acquistare i diritti sulle partite».
Il Chievo sta rientrando nei ranghi un po' come l'Atalanta l'anno scorso. Però resta una bella favola quella che ha saputo creare.
«Ho simpatizzato molto per questa squadra, anche perchè pratica un gran calcio».
Lo dici da attaccante, perchè con tutti quei cross dalle fasce una prima punta ha tante occasioni per siglare.»
«Ah sì, sono eccezionali nel mettere palloni in mezzo.»
Del Neri da giocatore militò anche in A col Foggia. Giocò contro il Cagliari quella volta che il suo allenatore Toneatto si raccomandò con i suoi difensori di non farti arrivare la palla sul piede sinistro. E alla fine commentando l'1-1 alla radio disse sconsolato "e oggi quello ci ha fatto gol col destro".
«Ricordo un gol di destro al Foggia e ricordo anche la rabbia perchè alla fine ci facemmo raggiungere».
La Juve ormai è una macchina da gol, al momento sembra la più seria candidata al titolo dopo l'Inter.
«Sta giocando bene, ma tutte e tre direi. Io non escluderei la Roma che comunque anche nelle giornate storte mette in mostra un grande carattere».
Cosa pensi della nomina di Bearzot come presidente del settore tecnico della Figc?
«Credo che sia un giusto riconoscimento».
Avresti mai detto quand'era secondo di Valcareggi ai mondiali del Messico 70 che avrebbe poi vinto un mondiale?
«Era davvero difficile prevederlo allora. Se non sbaglio era il terzo di Valcareggi o comunque si alternava con Vicini».
Il gol di Vieri al Parma sembrava uno dei tuoi. Se arriva in queste condizioni al mondiali...
«Vieri, Totti, Del Piero, Nesta, Maldini, Albertini... se questi arrivano in condizione, con un briciolo di fortuna possiamo far bene. Vincerlo è una parola grossa, però finirà anche la maledizione dei rigori che ci ha fatto fuori nelle ultime tre edizioni».
Hai conosciuto bene il padre di Vieri, Bob. Che tipo era?
«Giocò con la maglia della Juve la famosa partita del 2-2 a Torino e poi venne spesso qui anche con la Samp. Non giocò mai in azzurro ma era nel giro. Fece con noi la tournée in Messico l?anno prima dei mondiali. Ricordo che in allenamento ci mettevamo al limite dell?area e calciavamo le punizioni insieme. Io di potenza, lui di taglio. Tecnicamente era dotatissimo, l?esatto contrario del figlio che ha una spaventosa forza fisica. Sempre alla ricerca del tunnel, dello spettacolo, del numero a effetto alla Sivori. Fuori dal campo era estroso, matto in senso buono. Mi dissero che una volta si imbarcò per un po? di tempo con il circo equestre. Poi andò in Australia a tirare gli ultimi calci. Era dotato di una pazzia che definirei simpatica, avevamo un buon rapporto e mi ha fatto piacere rivederlo alle prime convocazioni del figlio in azzurro».
Zidane è poco elegante e anche un po' vigliacco quando spara sulla Juve, ora che l'ha lasciata. Però l'ultima denuncia sulla creatina ripropone il tema della salute dei calciatori. Le società li tutelano o pensano solo a spremerli?
«Dopo tutte queste denunce ogni giocatore ormai è responsabile di sé stesso. Bisogna stare attenti a questi integratori che si trovano sul mercato, perchè nessuno sa cosa contengano effettivamente. Zidane avrebbe fatto meglio a star zitto. Ma non per nascondere qualcosa, ben vengano le denunce, ma proprio per il fatto che parlare adesso è troppo facile. Peraltro sono convinto che qualche giocatore squalificato c?entri poco, mi viene in testa Guardiola per esempio. Probabilmente ha preso qualcosa come noi si prendeva il Polase».
Il Cagliari che vince 4-0 è un miracolo di questi tempi.
«Beh, direi che 10 punti in 4 partite è un bilancio niente male. Forse la squadra aveva bisogno della forte personalità dell'allenatore. In un momento difficile la figura di Sonetti è stata un punto di riferimento preciso per i ragazzi. E credo che la partita di Messina sia stata la svolta».
Quasi vent'anni fa da dirigente rossoblù lo stavi per portare tu a Cagliari.
«Sì, ricordo che ci conoscemmo in occasione di un mondiale, lui poi quell'anno era già in parola con l'Atalanta».
Qual è tra i rossoblù il giocatore che ti ha colpito più favorevolmente?
«Tutti conosciamo le doti di Cammarata o dello stesso Suazo che se aggiusta un po' il piede diventa uno da 20 gol l'anno. Io non vado alla partita, lo sai, però poi mi vedo tutte le sintesi. Per questo faccio un altro nome e dico Esposito, uno che fa un gran movimento dall'inizio alla fine. Con le spalle coperte può diventare importante».
Cosa dirai a Virginia quando fra qualche anno chiederà al nonno chi è stato Gigi Riva?
«Gli diranno qualcosa forse i miei figli. Io parlo poco».
In genere i padri severi diventano nonni tenerissimi.
«Spero che cresca con un pallino sportivo, poi qualsiasi sport va benissimo. Sicuramente cercherò di farle capire l'importanza e il valore dello sport. Nel mondo, nella vita. E quanto ti può dare come libertà fisica. E la farò senz'altro appassionare a uno degli sport».
Nanni Boi
chiudi.